Ricostruzione di una Selmer 657

Questa è una storia interessante, un racconto del liutaio Leo Eimers che volevo proporre per evidenziare l’amore di chi costruisce e ripara strumenti storici. L’impegno e la grande bravura raccontata dalle sue stesse parole.

Questa Selmer 657 era di proprietà di una famiglia zingara in Germania. Suonavano la chitarra ogni giorno da anni, poi il disastro. La chitarra era nella sua custodia nel bagagliaio di una macchina, quando ci fu un incidente. La vettura danneggiata gravemente e la chitarra di conseguenza. Così vennero alla bottega con quello che ne restava ridotta in mille pezzi tenuti insieme con nastro adesivo.

Anche se severamente danneggiata, si poteva vedere chiaramente che la chitarra era un’autentica Selmer. Doveva essere anche abbastanza in buono stato prima dell’incidente tranne qualche lavoro visibile sulla parte superiore del top, che purtroppo ora era completamente spezzato in due, appena sopra la buca, da sinistra a destra. La parte posteriore aveva diverse crepe e fratture.
Molti considerano questa situazione come una perdita totale dello strumento. Tuttavia sia il proprietario della chitarra sia io decidemmo che valeva ancora la pena di cercare di ricostruire la chitarra usando tutti i pezzi originali disponibili.

Lavorai un numero incalcolabile di ore per incollare tutti i pezzi. Lavorai facendo infissi e mettendo la chitarra in tensione tramite appositi apparecchi per ripristinare la sua forma originale.
Durante questo restauro sviluppai un amore odio verso questo vecchio strumento però, ricordo che quando venne il giorno in cui montai le corde per iniziare a suonare la chitarra, l’emozione che mi prese fu grande.
Ricordo bene quando inviai un’e-mail al proprietario dicendogli che un miracolo era avvenuto.

Incredibile il suono di questa chitarra con buoni bassi, acuti incisivi, una Selmer in perfetta forma.
Quando il cliente arrivò a prendersela avrei sinceramente preferito che rimanesse con me, ma il proprietario la desiderava tantissimo e così mi ha lasciato.
In fondo è il destino del liutaio.

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